Alla fine del secolo scorso, quando la velocità delle automobili cominciò ad aumentare, divennero necessari gli avvisatori acustici, i cui primi esemplari, di tipo pneumatico, consistevano in trombe e trombette d’ottone dalle fogge più strane, azionate manualmente mediante una ‘pera’ di gomma fissata direttamente allo strumento.
I primi avvisatori acustici
Schiacciando la pera si produceva un flusso d’aria, che poneva in vibrazione una linguetta, come in alcuni strumenti musicali a fiato (v. LEGNI): le onde sonore così generate venivano amplificate dalla
conformazione della tromba.
Più efficienti si dimostrarono gli avvisatori acustici a percussione, che per produrre il suono usavano un diaframma vibrante, con funzionamento analogo a quello della membrana conica di un altoparlante. I primi modelli erano meccanici e venivano azionati premendo un pulsante a molla, la cui superficie corrugata, scorrendo a interno del corpo dello strumento, sfregava contro la parte posteriore del diaframma; questo entrava in rapida vibrazione e il suono era quindi amplificato da un cornetto posto davanti al diaframma stesso.
La nascita del clacson
L’uso degli avvisatori acustici a pulsante si protrasse fino agli anni venti nonostante la comparsa nel 1912 messo sul mercato da una ditta americana col marchio brevettato di klaxon (italianizzato in clacson), doveva poi conoscere una tale diffusione da imporre il suo nome come sinonimo di avvisatore acustico per autoveicoli.
Nel clacson originario un motorino elettrico a corrente continua poneva in rotazione un disco dentellato a contatto con un risalto della membrana, che quindi entrava in vibrazione dando un suono più forte e più alto di quello dell’avvisatore a pulsante.
Esisteva anche una versione ad azionamento manuale, in cui il disco dentellato veniva fatto ruotare con una manovella. Agli inizi degli anni venti comparvero anche gli avvisatori elettromagnetici, che funzionano secondo un principio analogo a quello del comune campanello elettrico e sono essenzialmente costituiti da una membrana posta in vibrazione dall’ancora di un elettromagnete. Quest’ultimo, quando viene eccitato (basta semplicemente premere il pulsante che, posto quasi sempre sul volante, agisce come interruttore del circuito elettrico del sistema), attrae l’ancora solidale con la membrana; il movimento provoca l’apertura del circuito ad opera di un ruttore: ne consegue che l’ancora non più attirata
dall’elettromagnete e sollecitata da una molla antagonista ritorna in posizione di riposo determinando la chiusura del ruttore. L’elettromagnete è allora nuovamente eccitato e il ciclo si ripete finché rimane premuto il pulsante.
Dotando il dispositivo di un disco diffusore (oppure di un cornetto a chiocciola) si rinforza il suono prodotto dalla membrana in
vibrazione, di frequenza fondamentale compresa tra 30 600 Hz, grazie alla produzione delle armoniche superiori.
Un segnalatore acustico elettrico che dava la possibilità di modificare la frequenza della vibrazione sonora agendo sul ruttore mediante un apposito dispositivo di regolazione a vite.
Avvisatori acustici capaci di suoni assai intensi e anche a più
tonalità sono quelli di tipo elettropneumatico, chiamati anche trombe elettropneumatiche o compressore azionato da un motorino elettrico fornisce il flusso di aria compressa occorrente per alimentare l’avvisatore acustico, costituito da due, tre, quattro o anche cinque
trombe, ognuna caratterizzata da dimensioni diverse e quindi
in grado di emettere note di diversa frequenza.
Una sequenza alternata di suoni si ottiene ricorrendo a una valvola rotativa in grado di distribuire il flusso di aria compressa a turno a ciascuna tromba; è anche possibile ottenere che le trombe suonino tutte contemporaneamente. Sugli automezzi pesanti già dotati di impianto pneumatico di servizio risulta conveniente l’installazione di avvisatori acustici pneumatici, nei quali la vibrazione della membrana è appun-
to prodotta dall’aria compressa; il livello sonoro emesso da
questi avvisatori è particolarmente elevato.
In passato sono stati anche sperimentati con scarso successo avvisatori pneumatici azionati dai gas di scarico o anche dalla depressione di aspirazione.